Con la musica strumentale viene in genere spontaneo “farsi i film in testa”. Le composizioni di Luigi Marchitelli nascono proprio come musica per colonne sonore, quindi l'effetto film mentale è naturalmente amplificato, e coadiuvato dai titoli dei brani, che danno l'input alla costruzione delle scene. Scene che in generale viene da immaginarsi piuttosto nevrotiche, visto l'andamento - ripetitivo quasi fino all'ossessivo - e il ritmo tendenzialmente sostenuto.
“Qui da me sta piovendo”, per esempio, pare fatta apposta per inseguire un personaggio mucciniano in corsa forsennata senza ombrello. “Sei solo un sogno”, come da titolo, evoca scenari più pacifici, mentre con “Valentina” restiamo in esterno notte, ma l'atmosfera è più inquietante. Si prosegue fra altre corse, non più sotto la pioggia, ma in un'assolata campagna del sud (“Il Bradano”), pomeriggi al mare (“Ci rivedremo nel vento”), passeggiate sul lungofiume (“Le foglie d'autunno”) e momenti pensierosi affacciati alla finestra (“L'insoddisfazione di Meg”).
Tutto nel rispetto delle regole – intrecci di piano e archi, momenti orchestrali (non troppi, la tendenza è a non esagerare con l'enfasi), interventi di altri strumenti che fanno colore – e con un gusto che potremmo definire francese. Registi di commedie sofisticate in cerca di soundtrack fatevi pure avanti.
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