Nove ballate leggere, fresche, da mettere nel taschino dei jeans e, da tirare fuori quando si ha voglia di un candido e prezioso intimismo
Un cantautorato pop sbarazzino-romantico per spiegare il conflitto quotidiano tra uomo e donna e sui diversi modi di relazionarsi alla vita. Qualcuno di voi, dopo aver letto le righe sopracitate potrebbe pensare: quindi, niente di nuovo sotto il sole. Infatti, è vero. "Il futuro è passato ma io non ero presente" non ha presunzioni di originalità. Tuttavia, Alessandro Ruvio è riuscito a creare nove ballate leggere, fresche, da mettere nel taschino dei jeans e, da tirare fuori quando si ha voglia di un candido e prezioso intimismo, svincolato da ogni esuberanza di teatralità testuale. Un disco che si presta bene ad accompagnare emotività e serenità in queste prime giornate dal venticello primaverile.
Liriche semplici, accompagnate da chitarra, batteria, e vari rumorismi, sono gli elementi che si fondono per creare trenta minuti spensierati che scorrono senza esitazione. Gli episodi migliori sono quelli più dinamici, dal piacevolissimo retrogusto naif, come “Un giorno semplice”, “Specialmente se piove”. Certo, nell'insieme, alcuni frangenti, risultano troppo studiati nei dettagli sonori, cosa questa che toglie un po' di naturalità e spontaneità, appesantendo un po' il tutto. Detto questo, l'equilibrio interno fra testi semplici e trame melodiche più ricercate risulta quasi sempre ben eseguito ed efficace.
Questo è un disco che non alza la voce per uscire dal coro, ma farà capolinea rapidamente nella vostra testa, senza la boria di riforma del genere di appartenenza. Sì, tutto qui, niente di nuovo, ma nell'insieme tutto bello. E non è cosa da sottovalutare, specialmente per un esordio.
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La recensione Il futuro è passato ma io non ero presente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-05 00:00:00
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