Provate: alzate il volume, mettetevi davanti allo specchio e fate le facce e le pose declamando “Mi pavoneggio” insieme allo sceriffo Lobo. Vi è venuta voglia di uscire e andarvi a divertire, vero? Queste mini-canzoni (tutte fra i 45 secondi e i 2 minuti) sono così, fanno venir voglia di andare fuori - anche sotto la pioggia, tanto c'è “il rimedio appropriato: mi porto dietro l'ombrello” - e saltare come scemi cantando con le braccia al cielo “me ne vado ad Ancona e nessuno mi potrà fermare” o “vorrei lavorare all'inail”. Slogan postmoderni con una vena malinconica che scorre dietro il nonsense, sentenze che fulminano fra il rumore della messa in moto che apre “Iscriviti alla mailing list” e la chiusura netta di “Me ne vado ad Ancona”, in un'elettronica dallo spirito punk che si apre a inattesi momenti di solennità (“La danza di skeletor”) e romanticismo (“La nascita di un treno”, “Lei desidera guidare”). Il veicolo ideale per un viaggio pazzo, che sia in direzione Ancona, che sia in treno, su un autobus sfrecciante o a piedi, che sia alla ricerca di una persona che se n'è andata o del nostro posto nel mondo, o di un posto all'inail. Buon viaggio.
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