Un esordio a metà tra ambient e idm secchissima. Che quando trova la sua strada, apre gli occhi a tutto ciò che ti sta intorno
Il biglietto da visita è sicuramente convincente. Con la metà dei prodotti di questo tipo, non accade quasi mai. Celarsi dietro quest'immagine di testa pensante in preda alla smania di blippare e veder correre, sul proprio laptop, certe intime visioni cosmiche, modulate su una scala di grigi (come suggerisce il concept grafico) di sicuro colpisce, o quantomeno dà l'idea di un'identità che c'è, vive, esiste, sotto una fragile scorza di batterie, loop eterei e campioni abbastanza didascalici.
Cinque tracce, interamente homemade. Suoni da cameretta, sporchi quanto basta per capire che siamo all'esordio. Alcuni pezzi filano via lisci e non lasciano niente, se non la curiosità di stare ad ascoltare queste piccole tensioni, smanie di uno che, per una volta, pare essere cresciuto col poster di Aphex Twin attaccato al muro. Altri invece ("Royal" e "Mother") si muovono su un confine sottile, tra ambient e idm secchissima, Nathan Fake e Boards of Canada.
Ed è inevitabile che il giorno dopo te li ritrova spediti in cuffia, hanno uno scheletro pronto a sostenere il peso di tutto quello che ti passa davanti agli occhi e svelarne, anche solo per un momento uno, la faccia che sta dietro certi cuori di metallo. E non è cosa da poco. Sono ansioso di vedere cos'altro riesce a tirare fuori.
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La recensione First di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-15 00:00:00
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