Dopo numerosi cambiamenti, la band di Alessandria raggiunge la line-up attuale alla fine del 1998. La forma-canzone è ben strutturata e il lavoro presentato è nel complesso accattivante anche se limitato sotto alcuni punti.
Il nemico numero uno degli Shine? Sicuramente la monotonia. Un ottimo rimedio sarebbe elaborare maggiormente i ritornelli, rendendendoli un po’ più melodici e incrementare l'utilizzo di tastiere (riuscitissime per esempio nella traccia "Fuckin' liar"). In realtà, il problema principale della band rimane la ricerca di un'identità precisa: forse fin troppo influenzata da Courtney Love, la vocalist tende ad essere troppo spesso un'urlatrice più che un'interprete di atmosfere. Il salto di qualità sarebbe quello di prediligere la femminilità alla semplice espressione di rabbia che può esserci, ma che non deve necessariamente divenire una costante. I due chitarristi, allo stesso tempo, dovrebbero osare un po’ di più, sperimentando nuovi suoni anziché rimanere confinati nello stile puramente grunge/punk che risulta talvolta noioso (specie se si considera che le tracce sono ben 10 e, salvo qualche eccezione, tutte molto simili fra loro).
Da segnalare sicuramente la più riuscita del loro lavoro "Terence, my milkyway", una ballata di notevole bellezza ricca di semplicità, ma non per questo priva di impatto! La voce per la prima volta è calda e molto eterea.
"Feather" è un esempio di giusto compromesso tra aggressività e dolcezza in cui la voce cresce d'intensità solo una volta giunta all’inciso.
Dal cd, si percepisce un grosso potenziale e speriamo che i nostri non lo sprechino perdendosi
nell’omaggiare semplicemente i propri artisti preferiti. Il massimo sarebbe anche cominciare a scrivere i testi in italiano!
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.