Una discreta esplosione di crossover-punk-rock-n-roll demenziale ed eccessivo.
"Noi siamo i De Rapage e diciamo quello che cazzo ci pare!". Così comincia questo disco di crossover-punk-rock'n'roll ruspante e demenziale. Effettivamente non gliene frega davvero un cazzo, di niente. Insultano. Prendono per il culo. Litigano. Ironizzano. Distruggono qualsiasi cosa capiti loro a tiro. Fanno del turpiloquio un elogio alla libertà di espressione, scatarrando e malmenando tutto e tutti.
E si divertono davvero tanto. Più loro di chi ascolta, ma questo non sembra interessargli. Mettono insieme tredici esplosioni di anarchico cazzeggio incazzato, frullando chitarre durissime, ritmiche sostenute e schizofrenia vocale innamorata del canto rock anni novanta. Non gli sta bene niente, non sopportano nulla, non tollerano nessuno. Iconoclasti, scomposti, diretti, scorretti. Da Cristo ai nerd, ce n'è per tutti. Saltellano da uno stile musicale all'altro, tenendo ferma la matrice rock sempre col dito medio in vista. Melodicamente sanno essere persino accattivanti e furbi, nonostante la grande confusione di fondo.
Tutto è però così eccessivo che perde di credibilità, anche per le troppe banalità che i De Rapage finiscono per incastrare nella loro ideale dichiarazione di guerra al mondo. Qualche sorriso in verità lo strappano, qualche buona intuzione musicale c'è e gli strumenti sanno davvero come usarli. Tutto sommato dimostrano anche un po' di coraggio. Purtroppo la tanta, troppa carne al fuoco finisce per ritorcersi contro, superando la soglia di sicurezza per lo skip. Difficile pensare che queste canzoni vadano oltre un primo ascolto curioso. Però fanno davvero il cazzo che gli pare e solo per questo meritano almeno l'onore delle armi.
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La recensione Sberle! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-23 00:00:00
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