Nero è un album di genere sludge/post hc che ha la capacità di farsi ascoltare anche da chi non è abituato alla musica rumorosa.
Il nero non è altro che la percezione visiva del buio. Le connotazioni occidentali riguardo a questo non-colore sono tutte negative. Nero è il lutto, nera è la cronaca dei fatti di sangue, nero è l'umore quando è pessimo. Tutt'altro che spiacevole invece è questo disco, che dal nero trae ispirazione. I Tomydeepestego sono tornati, dopo due album prodotti dalla Subsound Record e hanno deciso di abbracciare l'autoproduzione, rendendo scaricabile il loro nuovo lavoro direttamente da Bandcamp. Questa autogestione fa particolarmente bene al sound di "Nero".
Tra gli accordi ribassati delle chitarre e il drumming impeccabile, di scuola sludge/ post hc, si fa strada una nuova visionarietà data dal synth. Niente di troppo colorato, però. 8 colate di lava scura vanno a comporre questo concept, 8 pezzi da ascoltare tutti di fila, immergendosi in questo liquido amniotico greve e soffocante. 8 pezzi strumentali che faranno la felicità degli ascoltatori di Isis, Cult of Luna, di chi in passato amava in Tiamat e dei post rockers più inclini a sonorità distorte di derivazione metal. Ascoltatevi "541", potrebbe essere stata partorita dai Mogwai più potenti, oppure i passaggi obbligati della title track, che vanno a fondersi con il finale epico e dilatato. In conclusione arriva "Neve" a coprire il nero, ma è una copertura solo formale. La sostanza rimane avvolta nel buio più profondo.
I Tomydeepestego hanno realizzato un album di genere che ha la capacità di farsi ascoltare anche da chi predilige musica meno rumorosa, un nuovo inizio che fa ben sperare per le future prove.
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La recensione Nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-24 00:00:00
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