Il progetto Galleria291, a leggere le note biografiche, sembra non temere niente e nessuno. Zero timore reverenziale (e per l'atteggiamento faccio loro i più sinceri complimenti), nel definire la proposta "un crossover assolutamente originale e che, slegata dalla tradizione degli anni novanta, risente delle influenze ampissime dei membri della band".
Messa giù così, e pur depurando le affermazioni dai toni fieri, le aspettative non sono certo da band dell'oratorio. All'ascolto, invece, il quartetto si dimostra assolutamente nella media, riproponendo un modello già vecchio un ventennio fa; vorrebbero infatti trasporre in italiano la formula di gruppi come i Rage Against The Machine, ma queste 9 tracce rappresentano al massimo un tentativo malriuscito di rendere in italiano una formula difficilmente replicabile.
Per di più i testi, costruiti secondo il classico schema "combat, fortissimamente combat", sono di una banalità disarmante; esemplare in questo senso "Show di marionette", in cui la trita tematica della contestazione al sistema mass-mediatico, che amplifica a vantaggio delle grandi potenze gli effetti "positivi" della guerra, si risolve in versi che probabilmente non avrebbero un minimo di appeal neppure nel centro sociale più antagonista che possiate immaginare .
In conclusione, siccome non li consiglierei neppure ai nostalgici di Zack de La Rocha e Tom Morello, le conclusioni tiratele voi.
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