Il talento si intravede, ma per ora tutto è poco riconoscibile e poco coeso
I Laika Senza Ritorno sono una band ambigua: si percepisce nella loro musica una spinta creativa originale che però, a mio avviso, rimane frenata da un ancestrale desiderio di emulazione (è vero che la gente giudica in fretta e spesso in modo superficiale, ma è altrettanto vero che il vizietto della carta carbone è sempre dietro l’angolo).
Se nelle prime due tracce risuonano evidenti negli arrangiamenti le influenze del quartetto inglese degli Arctic Monkeys, proseguendo si scoprono atmosfere nuove e allo stesso tempo sorprendenti: da "Scarpe bagnate", brano che non avrebbe sfigurato in un disco degli 883 (senza ironia); a "Chissà perché", una ballata pop in stile ’60 su ritmo shuffle. Si scopre quindi un’anima inaspettata, una propensione melodica tutto sommato più interessante rispetto a quell’attitudine rock che si fa difficoltà a percepire come autentica.
La sensazione è che il talento e il potenziale di questa band non siano ancora espressi pienamente. Lo stile risulta poco riconoscibile e il disco, nel suo complesso, poco coeso (saltellando da una traccia all’altra si fa difficoltà ad attribuire i brani alla stessa band). Genuinità e attitudine alla melodia sono certamente gli elementi su cui investire nel futuro, ricercando, nella creazione dei propri lavori, una via più personale e definita.
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La recensione Laika Senza Ritorno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-11 00:00:00
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