Registrato nel 2008, ci arriva solo ora: lo splendido epitaffio ad una band oscura che non ha raccolto quanto meritava
Un disco dimenticato, un testamento musicale, quello dei Chinasky, band psichedelica veneta attiva dal 2001 al 2009, e ormai sepolta. Il loro "Third untitled album", registrato tra il 2007 e il 2008, esce solo ora per Garage Records, ed è una vera scoperta. Dodici caleidoscopiche camminate tra l'arcobaleno e l'ossessione, scandite da una voce ammaliante come quella di Katya Scarpulla, novella Grace Slick incastonata in tessiture sonore che ricordano gli esperimenti di Stereolab e Devics.
Un'interpretazione del "cosmic sound" veramente personale quella dei Chinasky, che ora fa venire in mente i Pretty Things di "S.F. Sorrow" ("Supercalifraglisticsound") ora passa a sonorità più moderne, alla Beach House ("2135, A Suicidal Lullaby"); il tutto mantenendo la propria cifra stilistica nel succedersi dei brani. Ci sono momenti in cui la tensione emotiva si allenta un poco (verso metà, ad esempio, da "Ego" a "In the air"), ma con l'intervento della voce ruvida di Marco Pagot ("Falling in love with a waitress again") si svela una dimensione più misteriosa, che rappresenta lo yang di quella evocata da Katya e da essa è inscindibile.
E' davvero un peccato che questo "Third untitled album" ci sia arrivato ora e non qualche anno fa, quando avrebbe potuto essere qualcosa di più di uno splendido epitaffio ad un'oscura formazione che non ha raccolto quanto meritava.
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La recensione Third Untitled Album di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-28 00:00:00
COMMENTI (7)
Gran disco, anche se il loro capolavore rimane Great taste hits
si gran disco, concordo... @Faustiko Murizzi come rifiutare un'offerta cosi' generosa?
E cmq gran bel disco anche questo...
@rudefellows offro io, eh! :-)
ahahah grazie Giulio, ho diritto a un free drink?
@rudefellows benvenuto nel club della "cifra stilistica"! :-)
big up!