Come gli horror fatti bene o i dischi hard rock: un lavoro per gli amanti del genere
Prendi i Mau Mau e mettili da una parte. Prendi i Modena City Ramblers e mettili da un'altra. Prendi Peppe Voltarelli e mettilo da un'altra parte ancora. Prendi la Bandabardò e già sai cosa fare. Poi impugna riga e matita e tira le diagonali del quadrato che è uscito. Al centro troverai i Nuju.
Per il terzo album della band calabrese, i riferimenti sono questi. Combat folk, patchanka e testi tra poesia, esaltazione di uno stile di vita fuori dagli schemi e impegno civile, spesso declinato con sarcasmo. Quel filone lì, insomma: quello che negli anni '90 è sbocciato e si è diffuso a macchia d'olio, negli anni zero si è richiuso su se stesso e oggi sopravvive ancora in parecchi progetti. Alcuni tragicamente invecchiati, altri nati morti, altri buoni. I Nuju fanno parte senz'altro della terza categoria. Certo, va sempre fatta la tara: come il precedente, questo disco dei Nuju è un disco di genere. Ovvero un lavoro che non dà nessuna sorpresa, nessuno scossone: chi ascolta abitualmente questi suoni, lo troverà un gran bell'album; chi ne è lontano, difficilmente sarà convertito.
Ma non sono questioni che toccano i Nuju, giustamente. Chiamateli datati, fuori tempo massimo, anacronistici, ma loro hanno fatto una scelta chiara e la portano avanti con coerenza. I Nuju fanno combat folk-patchanka. E la fanno molto bene. Tutto il resto conta davvero poco.
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La recensione 3° (mondo) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-25 00:00:00
COMMENTI (1)
ehm..io ho ascoltato terzo mondo..e credo che di musica non capisci proprio un caiser..almeno chè non si tratta di "indie" (giustamente)...ma fattelo dire mio caro giornalista...forse un altro lavoro ti si addicerebbe...