Tra cantautorato ed elettronica new wave, Giovanni Marton confeziona un album denso e malinconico, per tutte le stagioni.
E’ inevitabile, le stagioni segnano il passo dei nostri cambiamenti: ti ricordi ieri com’era diverso, e tutto intorno è memoria, rinnovo e rimpianto. Ti ricordi le vacanze estive, i viali alberati, le foglie che cadevano sopra le scelte incerte, il freddo nei capelli e l’ultimo sole: i racconti minimali dei giorni che ci vedevano insieme, ancora. E quanto contavano gli sguardi, e quanto contano oggi mentre ne parla Giovanni Marton coi suoi toni dolci da cantautore navigato nonostante i suoi 23 anni, con le parole misurate come accenni di colore che non è mai netto, con la tristezza leggera di un pensiero consapevole, con note lievi che si fanno sintetiche per pochi tratti.
Approcci lineari si sposano alla poesia, si muovono nella ciclicità del tempo, regalando brani morbidi e immediati, e la vena elettropop esce fuori in “Nuovi Sistemi Stellari” con Fabio Cinti, senza mai esagerare e portando alla mente Battiato, in “Il Tuo Mondo Non è Perso” dove il ritmo si insinua e l’aria si scalda, e nella seconda parte dell’album dove si legge chiaramente l’ammirazione di Marton per i Bluvertigo ( vedi “Il Ghiaccio Delle Strade” e “Un Luogo Nuovo” ). Non dimentico la collaborazione con Lele Battista in “Idillio Borghese”, una canzone che rimane subito in mente, forse l’unica che lo fa
Come se due anime convivessero, una più sottile e fatta di chitarra e voce, l’altra elettronica e in un limbo tra pop cupo e new wave (e in fondo le due anime non sono poi così distanti), questo disco va ascoltato più volte perché entri in circolo, e trovo francamente che un numero inferiore di tracce avrebbe giovato, ma resta comunque una buona prova che accompagna gradevolmente l’umore dei nostri mutamenti stagionali.
---
La recensione Ogni sguardo non è perso - formulario di estetica stagionale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-06 00:00:00
COMMENTI