Un omaggio rispettoso ma non privo di personalità a sette capolavori.
Album di cover, oggetto spinoso. Album di cover di pietre miliari del rock, oggetto spinosissimo. Lo dicono anche i Cardiophobia medesimi: “Le canzoni che abbiamo inserito nel disco sono considerate delle vere e proprie pietre miliari della musica, e molti puristi le considerano quasi intoccabili, quindi sicuramente stanno facendo discutere. Infatti ognuno ha la sua opinione su come dovrebbero essere concepite delle cover, e sulla loro opportunità o meno di esistere”. Come dargli torto? Secondo me, per esempio, una cover riuscita in pieno non dovrebbe farti venir voglia di andare a riascoltarti l'originale, cosa che succede quando l'originale è una brutta canzone oppure quando la cover è talmente bella che, ma in questo secondo caso siamo nel campo della rarità assoluta con sconfinamenti nel sublime. Quindi. Un album di cover. La cattiva notizia è che se vi piacciono queste canzoni (il periodo ipotetico è retorico, visto che parliamo di “Femme fatale”, “Love will tear us apart”, “Please please please” e altra robetta del genere) vi verrà voglia di andare a riascoltarvele in originale. Niente rifacimenti memorabili e sublimi, mi dispiace. La buona notizia è che lo spirito dell'operazione è salubremente rock, per cui abbiamo chitarre e non chitarrine e nessun nefasto tentativo di loungizzazione. Poi c'è che il tutto è stato registrato in presa diretta, per ricreare un'esperienza live, e che viene raggiunto un buon punto d'equilibrio fra rispetto e stile personale. Alla fine il bilancio può dirsi positivo, e considerato che stiamo parlando di uno spinoso album di cover, il segno più vale doppio.
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La recensione Retrò di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-07 00:00:00
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