Suona molto funk-rock questo primo ep degli Ms-dos. E non è affatto male. Certo non è perfetto e completamente riuscito, ma non mancano gli spunti che diano un senso all'ascolto, e guardando il progetto di questi ragazzi dalla prospettiva di chi ha ancora da imparare e ha ampie possibilità di miglioramento non risulta difficile prevedere che ci faranno sentire cose più mature.
Il trio spazia fra diversi stili cercando di miscelarli opportunamente: si sentono le influenze di un rock italiano vecchia scuola, tipo primi Litfiba, ma accompaganto da idee facenti riferimento alle fasi più nuove dello stesso genere. Nello scorrere del disco si notano delle riflessioni ritmiche appartenenti più al funky, o al jazzato, che al rock, ma che riescono a sfociare in questo con una buona fluidità. Poi per sorprendente che sia, capita di imbattersi in cavalcate di rock potente, rallentato in chiuse melliflue - nelle esplosioni di certe canzoni arrivano addirittura ad assoli metal (la coda di “Dicembre”). Ma è forsa in questa varietà di influenze che gli Ms-dos trovano le loro difficoltà: non tutti gli accostamenti si sposano in maniera efficace.
Una nota particolare va alla voce che si distacca dagli strumenti per emergere nella sua imperiosità e potenza: una di quelle voci che può trascinare una band, alla Renga con i Timoria. Ma anche in questo caso la potenzialità che lascia intendere ci sia non viene confermata in modo assoluto, anche se riesce a regalarci dei buoni spunti. Per quanto riguarda la preparazione musicale, invece, gli Ms-dos dimostrano di avere dalla loro una buona conoscenza tecnica, esibita in ogni canzone, senza dare fastidio.
Le tracce forse più riuscite di questo disco sono l’“L'inquietudine”, molto compatta e riuscita, equilibrata, e “Sinkiang”, una fuga finale che si perde e si ritrova in modo molto coinvolgente.
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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-08-29 00:00:00
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