GrenouilleIL MONDO LIBERO2012 - Rock

IL MONDO LIBEROprecedenteprecedente

Il mondo non è affatto libero, secondo i Grenouille, e ce lo cantano sempre arrabbiati ma anche melodici.

La primavera araba, la pornodemocrazia, il nucleare, il binario da cui partivano i treni per Auschwitz, la cultura del talent e del reality show, il disagio e le sue mille forme di espressione, dalla rabbia alla malattia... senza nessun timore di apparire troppo drammatici o retorici, i Grenouille sbattono nelle loro canzoni tutto il marciume di questo triste mondo malato. Dai conti personali da saldare con l'industria discografica alle macroquestioni di politica internazionale, ce n'è per tutti, e fra una citazione orwelliana e una massima da giovane italiano medio (“fossi stato zitto e avessi fatto il lavoro di mio padre”) “Il mondo libero” si candida ufficialmente al titolo di disco per ragazzi alternativi più neo-grunge che hipster dell'anno. Se i testi sono arrabbiati come da tradizione, però, la musica si alleggerisce, tanto che potrebbe ambire anche a un successo di (quasi) massa. Il retroterra è sempre l'alternative rock di matrice grunge, ma, a parte qualche momento strong (l'infuocato inizio di “D.S.M.”, “Il porno è la democrazia”), l'insieme è più morbido, e si snoda fra ballate per amori in scuole occupate (“La droga più pesante”) e pezzi dove non manca l'ironia, che si fa sentire nel punk virato al pop di “Reality show” e “Poveri suonatori” (rivisitazione di un testo di Jannacci), fra ballad ombrose (“Come una goccia d'acqua”, “Sulla linea di confine”) e uscite en plen air (“È il nostro destino”, sulla musica di “Hard Sun” di Eddie Vedder). La chiusura affidata a “La fine del mondo”, con la voce di una donna libica che racconta la guerra al telefono su una base malinconicamente cinematografica, ribadisce l'intento dell'album: fotografare la realtà di un mondo libero per modo di dire.

Una fotografia a fuoco e ben sviluppata, anche troppo: la pulizia ci mette un attimo a diventare didascalica, e in questo caso qualche colore più sgranato, una macchia, un'inquadratura obliqua, avrebbero reso tutto meno prevedibile e più d'impatto.

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La recensione IL MONDO LIBERO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-05 00:00:00

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