Un disco di stoner pronto per fare il botto fuori dai confini italici.
Ecco, lo stoner dei Veracrash mi piace. Suonato bene, prodotto meglio, pronto per farsi più di un giro fuori dai confini stretti del belpaese, questo album contiene musica certo non originalissima, ma godibile sotto tanti aspetti, non ultimo quello dei fare le corna con la mano e muovere la testa come se non ci fosse domani.
Se un singolone come "Lucy, Lucifer" oppure "Kali Maa" fosse stato scritto dagli attempati Soundgarden come apripista per la loro stanca reunion, ora non staremmo a lamentarci, ma grideremmo al miracolo. Canzoni col tiro da galoppo, alcune più contorte, come la title track "My Brother The Godhead" oppure "A Blowjob from Yalbaoth" (premio Nobel per il miglior titolo del 2012?), per poi rifugiarsi nel metal old school di "Obey the Void" o nelle classiche corse col petto in fuori ispirate dai Kyuss, come in "Remote Killing". Ma non sono noiosi i Veracrash, non come tante band che concepiscono un solo modo di fare stoner.
Loro variano, canzone dopo canzone, un gioco di rimandi variegato ed inaspettato che ti fa piacere questo album anche dopo un po' di ascolti. Quindi "Allies from the Mirror Megaverse" (sempre titolo bomba) porta dentro un bel po' di nu-metal, spogliato degli orrori di genere, e via di gran finale. "We Own You, Bitches" mi fa desiderare di scrivere queste righe su una moto lanciata a folle velocità. Bella anche la conclusiva "_" che potrebbe essere stata scritta dai Foo Fighters. Non parte mai, ti lascia sospeso, una volta messa sul cavalletto l'immaginaria moto di prima, a guardare il tramonto rosso sangue dal canyon.
Questo secondo lavoro è stato prodotto insieme a Niklas Kallgren dei Truckfighters, precisione chirurgica svedese che lo fa suonare come quelli veri, categoria alla quale appartengono di diritto i Veracrash. Attendo la prossima bomba.
---
La recensione My Brother the Godhead di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-08 00:00:00
COMMENTI (1)
Meno istintivo dei precedenti ma ugualmente affascinante. E concordo sul "pronto per farsi più di un giro fuori dai confini stretti del belpaese"...