Blue Purple Bees
Daily Home Reflections 2012 - Pop, Alternativo, Pop rock

Daily Home Reflections

10 canzoni figlie di innumerevoli e svariatissimi ascolti, tutti riconducibili ad un background rock di assoluto rispetto.

Qualcuno di voi, magari non esattamente i più giovincelli, bensì quelli che vanno verso i 40, ricorderà quel pseudo-movimento di band/artisti che nei primi anni del decennio scorso venne definito "nam", comodo acronimo che serviva a tutta una schiera di critici per definire un fenomeno musicale (il "new acoustic movement") in fondo esistito da sempre. Bastava infatti all'epoca optare per arrangiamenti prettamente acustici e si finiva dritti dritti in questo calderone. In alcuni casi sfruttare la scia servì non poco per vedersi riconoscere una qualche citazione, cosa che in altri contesti probabilmente non sarebbe successa.

Questo lungo pippone iniziale ha però un significato ben preciso: ai Blue Purple Bees sarebbe andata decisamente meglio, a livello di visibilità, se solo il loro esordio fosse stato datato all'inizio del decennio scorso; non perdiamoci però in improbabili ricollocazioni temporali e diamo piuttosto il giusto peso a "Daily home reflections", lavoro che merita solo elogi. 10 canzoni figlie di innumerevoli e svariatissimi ascolti, tutti riconducibili ad un background rock di assoluto rispetto. Non faremmo certo un torto se scrivessimo che i Blue Purple Bees sono figli tanto dei Beatles quanto degli Xtc, flirtano con i Green On Red ma non si dimenticano di amoreggiare con Badly Drawn Boy, vanno a braccetto con i Field Music ma non disdegnano la compagnia di Big Star, Paul Weller e finanche The Jayhawks. E davvero potrei continuare all'infinito, perché i rimandi saranno probabilmente centinaia, a volerli contare uno ad uno, e sbucano ogni qual volta si rparte da principio. La cosa più bella, però, è che questa raccolta non è un bignamino fine a sè stesso, nonostante i 3 misteriosi protagonisti (Drew Pound, Stan e Chacondar) dichiarino si tratti di un "album di canzoni che omaggia lo stile ed i suoni del pop-rock anni '60 & '70". Verissimo, per carità, ma poi le canzoni bisogna saperle scrivere e arrangiare come Dio comanda. E al terzetto l'operazione riesce davvero bene, tanto da non potergli rimproverare nulla perché tutto sembra incastrarsi alla perfezione, persino la scaletta, mai sbilanciata e quindi scorrevolissima.

Dicevamo delle canzoni, tutte belle ma qualcuna più bella delle altre; come ad esempio "Aerostatics", un brano pop incantevole, come pochi altri ascoltati ultimamente, che all'inizio si ciba di Beatles e poi incrocia Money Mark con i Go-Betweens (fate un po' voi cosa possa venirne fuori). A seguire "Who was faster than us", l'altro colpo da 90 dell'opera, visto e considerato che potrebbe ambire a figurare come ipotetica b-side di "Jealous guy". Subito dopo è il momento NAM in pieno: una parentesi perfetta di 4 tracce ("Summer Afternoon", "You're A Gun", "She Doesn't", "Daily Home Reflections"), tutte fatte di quella pasta lì, con la title-track a chiudere splendidamente il cerchio. Ma è con "Waiting for the great dream" che si conclude il lavoro, dove i BPB riservano - non a caso - una citazione al Paul McCartney solista.

Non c'è davvero altro da aggiungere, se non dire che si tratta di un album preziosissimo. Fatene tesoro tutti, indistintamente.

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