E' molto più difficile far ridere che far piangere. Di che sesso sono i sottomarini? I sottomarini sono pop perché "Sex of the submarines" è un disco pop. Che si traveste da Indie, Dream, e se ne va a spasso tradendo una volutamente malcelata nota (neo) psichedelica di fondo. Pop. Inglese. Anni Novanta. Con l'occhio triste.
E' molto più difficile far ridere che far piangere. E' molto più difficile scrivere un bel disco pop (anche breve), che perdersi in un'opera sì sperimentale (anche lunga), liberi però da qualsiasi legame. Credo io. "Sex of the submarines" conta quattro pezzi. Tutta roba buona per l’esportazione; un bel pop. E poi: sound profondo, interessante, melodie catchy, riff, stacchi, assoli, crescendo; una manciata di arrangiamenti - a volte addirittura Alternative - al posto giusto. Giusto per farsi un'impressione sui Parking Lots. Buona, s'intende. "Camel skin" mi ha fatto pensare un po' ai Catherine Wheel. Chissà perché. Meglio così.
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