AD come Allegra & Daniele, ma soprattutto come “Analog” & “Digital”. Ecco svelato il trucchetto, semplice semplice, che rende godibile il debutto di questo duo capitolino: la sempre intrigante, quanto sfruttatissima contrapposizione - peraltro già riscontrata in passato su queste stesse pagine con gli Ex-Luna, giusto per farvi un nome - tra umanissime vocalizzazioni femminili e sintetiche scenografie retrò o, se preferite, tra musica leggera all’italiana ed elettropop radiofonico come lo cucinava la nonna. Scordatevi il seppur minimo slancio avanguardista e lasciatevi travolgere da un nostalgico juke-box (semi)revivalistico che, saltellando tra ’80 e ’90, disseppellirà dalla memoria di voi splendidi 40enni interi pomeriggi d’estate trascorsi a divorar ghiaccioli guardando DeeJay Television (e il faccione abbronzato di Claudio Cecchetto) o a trastullarvi dinanzi al presepe sonoro di “Non è la RAI”: l’orecchiabilissima “Non ti penso più” - dove dei Soerba immaginari sembrano assecondare una reincarnazione ectoplasmatica di Nada - apre sconfinate praterie plastificate dove far pascolare in completa armonia i Matia Bazar di “Cuore in ombra” insieme all’androidiana trasfigurazione di Ambra Angiolini (“Il mio nome è Clara”), oppure la conturbante Kim Wilde di “X” in compagnia delle imprescindibili Paola & Chiara di “Luna Piena”, ma anche un po’ tutte quelle gloriose meteore dell’Italo-disco anni ’80 (da Baltimora a Spagna) che su “Shocking My Head” potrebbero ricamarci una rocambolesca resurrezione. A questo punto non vi rimane altro che riempire il freezer di ghiaccioli, inforcare le cuffie e maledire quel quarto di secolo in più che vi ritrovate inesorabilmente sul groppone.
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