Certe cose si possono raccontare solo così, in maniera naturale, senza vie di mezzo, e, perché no, magari anche con qualche sbavatura...
“Song” e non “Songs”. Una. Singolare. Anche se sono cinque; quattro più un’intro per l’esattezza. Vanno comunque considerate un pezzo solo, un’unica matrice, un’unica durata per un unico viaggio. Song, for A trip. Degli Hot Fetish Diva.
Un Ep molto semplice e diretto dal punto di vista sonoro, ben più avvincente da quello concettuale. Cioè. Sound: Strokes a manetta, Mojomatics, Cloud Nothings. Indie rock, un po’ di punk, lo-fi, bei riff, chitarre tagliate, vocals alcolici. Abbastanza easy. Concetto: l’Ep è stato scritto e registrato volutamente in pochissimo tempo, con i soldi vinti ad un contest. Completamente autoprodotto. Volendo si può mandare una mail alla band e ve lo stampano. Do-it-yourself. Un’attitudine che nel disco si sente, ed è un grande, grandissimo pregio.
Si sente l’urgenza, si sente la voglia di essenzialità che fa rima con una certa ingenuità quasi adolescenziale arrivata finalmente a fare i conti con le meravigliose sozzure del punk e del garage. Non per caso si fa riferimento al viaggio, il più classico (e, a mio parere, bello) dei riti di passaggio. Da piccoli a grandi, da pop a punk. Certe cose si possono raccontare solo così, in maniera naturale, senza vie di mezzo, e, perché no, magari anche con qualche sbavatura. Qui, in sintesi i pezzi buoni sono tutti, ma da far risaltare ne ho scelti tre: “Help me”, ma soprattutto l’ottima “Take me out” e “I could be”. In quest’ultima mi è parso di sentire un qualcosa di Stooges, qualcosa di “I wanna be your dog”. Un caso? Forse no. Volere è potere. Chiudiamola così.
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La recensione Song For A Trip - Fall//Winter EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-26 00:00:00
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