L'alternative rock dei Blooming Iris fa dimenare la testa e sprigiona energia ma non si spinge oltre i confini dell'ovvio.
Alternative Rock. In origine un insieme di sottogeneri musicali variegati e distinti eppur riferibili ad un fenomeno di seminale memoria (grunge, indie, metal, britpop..); oggi ingloba tutto e il contrario di tutto in un gran pastiche dove non si delineano mai i contorni. I Blooming Iris sono una band di chiara intonazione alternative-rock, e "Field" ne è il prodotto, ma di alternative hanno ben poco. Purtroppo non si definiscono da soli e anche nei riferimenti si perdono. L’Ep, in cinque tracce, si apre con brani dal percorso scontato e prevedibile di stampo post-grunge, metal, punk, ma la parte centrale dei pezzi offre buoni ritornelli che arrivano e non si dimenticano.
"Erika Lowin", "Li(f)e", "In Aliens I Trust" presentano tutte la stessa struttura metrica, scivolando in una ripetitiva sequenza musicale dagli esiti banali. "Anything About Me" inaugura con il suono di una chitarra dalla pennata ipnotica dei migliori Interpol e si congeda con una appagante scarica ritmica. Il pezzo di chiusura "Hello Wanderland!" vale da solo l’intero lavoro: interessante, sicuramente meno prevedibile del resto, pieno, carico, denso. Giusto. Stima per le intenzioni e l’impegno, tuttavia l’album non si spinge oltre i confini dell’ovvio anche se qualcosa accade: muovi la testa e il corpo ha voglia di espellere energia. Idiosincrasia tra musica che viene e musica che resta.
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La recensione Field di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-29 00:00:00
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