Cabarettistico minimalismo sinfonico a bassa fedeltà potrebbe essere la giusta rubricazione per focalizzare al meglio l’Orchestra Dark Italiana.
Cominciamo col fare subito una doverosa analisi semantica. ORCHESTRA: tante e tali sono le fratture armoniche, le filiformi connessioni melodiche, gli strumenti messi in riga, le piccole ossessioni elettroniche, le mescolanze vocali, i cambi di registro e le anarchiche manifestazioni d’estro che francamente tale rubricazione (Orchestra appunto) non risulta per nulla abusata, per quanto tutto sia completamente disintossicato, alla fonte, da sterili virtuosismi accademici e suoni da auditorium. Una specie di cabarettistico minimalismo sinfonico a bassa fedeltà, se mi concedete l’espressione… DARK: neanche la seppur minima traccia di sepolcrale musicalità all’orizzonte; nessun merletto nero, né divise militaresche, acconciature cotonate o goticheggianti movenze di rito, quanto invece una cupezza d’animo di fondo e un songwriting destrutturato e gelidamente visionario. L’oscurità c’è sì, ma non cercatela al di fuori di voi stessi. ITALIANA: è l’incontestabile indicazione geografica tipica di un progetto territorialmente trasversale che affratella Lazio, Puglia e Marche.
L’omonimo debutto dell’Orchestra Dark Italiana sviluppa nuove forme d’intimismo e focalizza ectoplasmatici non-luoghi attraverso un cantautorato trasfigurato e trasfigurante, allucinato ed ermeticamente letterario, musicalmente contaminato da ombrose derive teatrali e da stralunate folkerie in salsa slowcore che profumano di avanguardistico avanspettacolo. L’Orchestra Dark Italiana alla fine dei conti è amica di tutti e di nessuno: di Benvegnù come degli Slint, dei C.S.I. così come dei Jennifer Gentle, tanto dei Massimo Volume quanto dei C.F.F. e Il Nomade Venerabile, ma anche dei Virginiana Miller e di tanti altri ancora, eppure a suo modo così spudorata da poter togliere il saluto a tutti costoro, senza un briciolo di vergogna. “Addio al senso armonico, alla legge, alla realtà” cantano in “Giappone”. Una bellissima dichiarazione d’intenti. Il resto, poi, verrà da sé…
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La recensione S/T di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-26 00:00:00
COMMENTI (8)
Entrino i secondi! ;)
Beh, la critica di Teschio l'ho accettata e come, e peraltro con un fondo di ironia. Meglio di così? Mi diverto anche ad interagire con i lettori. Ah, io scrivo a GRATIS!
Un controllo dell'ego, l'hai mai fatto? :)))) Scherzo, eh!? ;)
Che questa recensione possa risultare criptica, è solo la tranquilla critica di un lettore e come tale dovresti accettarla, stop.
Senza i tanti Teschio del Gatto che ti leggono, dove saresti?
A chi scriveresti?
Consideralo un po' di più, questo misero lettore che "non ti legge con attenzione": sai che gli sponsor che noto un po' ovunque nel portale, pagano per comunicare con i tanti Teschio del Gatto che vengono qui?
..e tu me lo tratti cosi?! :)
Invece di argomentare e spiegare, hai buttato li una rispostina (più che ironica, direi permalosetta) che conferma la tua filosofia "del resto poco m'importa"; non è bella, no.
Mi ricorda tanto un certo politico che per arrogarsi ragioni, anche le più balorde, sempre e comunque, ricordava al suo interlocutore di aver avuto il consenso elettorale degli italiani :)
Bye.
Caro Riccardo, non hai colto evidentemente l'ironia della mia risposta che voleva difendere una recensione che criptica non è, nonostante l'impressione di Teschio Del Gatto. Basta saperla leggerecon attenzione. La cripticità la lascio a Mario Monti. Quando poi è la stessa band recensita a confermare le mie impressioni d'ascolto significa che il messaggio è arrivato sano e salvo a destinazione. Del resto poco m'importa...
@ Belmonte ma che risposta è?
Qui sei su Rockit in veste di recensore, a trattare la materia prima con cui si regge il blog stesso per cui scrivi:
la musica.
I dischi, senza i quali si chiude baracca e per i quali molte band (buone o meno buone è indifferente) sputano sangue.
Non sei a casa con mamma che ti sorride, poi ti accarezza e ti fà "Tonino.. ma quanto sei criptico?"
Ma io sono criptico, di natura. Me lo dice sempre anche mia madre.
Recensione un po' criptica.
fiero di aver registrato e mixato L'Orchestra