30 minuti di synth e generi musicali che si intrecciano. Un buon esordio.
Il tema affrontato lo conosciamo tutti, perché nel corso dei secoli hanno provato a decifrarlo e a interpretarlo tutti, ognuno a modo suo, ognuno con la propria arte: il rapporto sentimentale con tutte le sue sfaccettature, con tutte le sue contraddizioni tra due persone.
Abbiamo preso familiarità con questo tema fin da ragazzini, grazie ai filosofi antichi come Platone, Aristotele, oppure grazie a scrittori come Stendhal, o a drammaturghi come Shakespeare, fino ad arrivare a pittori come Klimt. Gli angeli che si divertono, invece, hanno indagato questa tematica con dieci piccole storie, pensieri, o semplicemente frasi sonore, racchiuse in “Radici e fiori bianchi”, titolo metaforico, dove le radici rappresentano l'amore e i fiori bianchi la speranza.
La peculiarità e la forza di questo progetto, oltre alle liriche e alla voce bassa, calda e avvolgente è da rintracciare nella grande versatilità espressiva e stilistica e nella spiccata sperimentazione, quasi sempre ben riuscita. Niente chitarra (o quasi), protagonista evidente in questi trenta minuti è il synth, con il quale Luca Cartolano ha scritto e composto tutti i pezzi, accompagnato poi dal basso di Simone Olivieri e dalla batteria di Daniele Misischia.
Il risultato finale è un bellissimo effetto sorpresa, ottenuto dall'intreccio di diversi generi che si srotolano traccia dopo traccia. Dall'open track “La Prima”, tutta strumentale, fluida, dal ritmo cadenzato, solenne e scuro, si passa facilmente a un pop-rock, più sbarazzino di “Vent'anni indietro” e “Diavoli in paradiso”. Con“Oh-Oh!”, invece, si percepiscono addirittura sfumature post-punk, con l'urlato vigoroso della frase: “canta sempre me”, accompagnata da una melodia più violenta. Azzeccato anche il finale con “L'ultima”, una piccola ballata acustica, leggera, che chiude in maniera gentile e gradevole l'ascolto.
Certo, pur essendo un buon lavoro ci sono episodi poco riusciti, o meglio, non all'altezza di quelli sopracitati, come per esempio “Tagliola”, la trama melodica è troppo piatta e uniforme e, anche il testo a differenza degli altri convince poco: “tutto torna sempre, tutto torna sempre...” ecco, un po' troppo banale e di poco impatto.
Anche se bisogna aggiustare il tiro in alcuni brani, nel complesso Gli Angeli Che Si Divertono rimane comunque un progetto intelligente che si ascolta con molto piacere, che riesce a mantenere una partecipazione sempre vigile e soddisfacente, sopratutto per il dinamismo generale e per il buon utilizzo del synth, amalgamato sapientemente con basso, batteria e voce. Un buon esordio, sicuramente.
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La recensione Radici e fiori bianchi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-13 00:00:00
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