L'8-bit e i maniaci compulsivi col cuore di latta
Di Dj Minaccia mi ricordavo per quella bellissima e malata collaborazione con Zagor dei sempreverdi Camillas, un progetto che si chiamava Istituto Luce e che aveva dato vita a questi live spettinati e a un pezzo, fighissimo, che era finito in una compila della To Lose La Track, "Nei bar", che mi rispunta puntualmente in testa ogni qualvolta finisco a ragionare di congetture alcoliche, ma vabè.
"Primo disco" è, nomen omen, l'album d'esordio del producer marchigiano. È roba casalinga, nel senso di suono cotto e mangiato seduti a tavola di fronte a un rosso dei colli e un piatto di tacconi. Genuino. Ingenuo anche forse. Di certo sincero. Anche se sono prevalentemente suoni 8-bit, che flirtano con derive acid e liquid tech, e possono ingannare per troppe geometrie da nerd e apparente freddezza, dietro questi pezzi batte un cuore. I primi soprattutto, velano sul fondo una notevole dose di melodia, un immaginario nostalgia di certe intimità (magari 80s). Poi alla lunga la formula non riesce a ripetersi con efficacia, a volte si cade nell'esercizio di stile, le canzoni più semplicemente diventano sottofondi capaci di risvegliare le attenzioni e le geometrie da maniaco compulsivo di prima.
È un difetto? Non credo. Minaccia restituisce al meglio tutto un cosmo che gli ruota in testa, piuttosto a tratti gli riesce anche di farsi capire da chi non è avvezzo a certe sensibilità, a tratti di meno. Ma è comunque sempre naturale, mai filtrato da derive o intenti altri. Piacerà di sicuro ai maniaci compulsivi che magari stanno a perdere il cuore per qualcuna che sanno distante anni luce. Preghiamo per loro.
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La recensione Primo Disco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-21 00:00:00
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