“The day we discovered the light” era un giorno d’inverno, un giorno freddo. Di quel freddo deciso, ostinato, insidioso, che non risente barriere e ti fa vibrare dentro. Così come l'armatura di suono che avvolge l’ep di Ohio Kid. Molte canzoni erano già state incluse nei precedenti ep, ma questa volta non c’è più il folk e nemmeno l’atmosfera casalinga delle precedenti registrazioni. Questa volta un lo-fi semplice e potente ti mette spalle al muro.
“The day we discovered the light” era un giorno triste, malinconico, confuso. Un giorno fatto di incertezze e paure. Di parole dolci e addii: “And now leaving is so hard, It's hard to sleep, I think you so far, even if I dream” (“The song of you and me”); un giorno di incomprensioni, ripensamenti, di voglia di scappare, “you told me tha”t maybe, it was a mistake, that everything is going to break” ("Past present").
“The day we discovered the light” eravamo al nord e c’era quella luce chiara e bianca che sembra voler durare per sempre. Le nuvole uniformi, tutte uguali, non ricordano più disegni. Eppure inaspettatamente accade: un mattino riscopri il cielo azzurro. C’è di nuovo il colore e l'impazienza di uscire per seguire il sole fino a quando non ne rimangano che tracce arancioni nell’aria. Tutto si incastra perfettamente. Ohio Kid racconta proprio questo, dell'unicità dell'incastro prefetto. Da maneggiare con cura e ascoltare ripetutamente.
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