Un buon disco fortemente penalizzato da una voce non all'altezza.
Arrivano da Leverano in provincia di Lecce, hanno almeno due segni non alfabetici nel nome, che io interpreto come una freccia, dal momento che si presentano a noi con una domanda: "Do mentally ill people go to heaven?" alla quale mi sento di rispondere di si, anche se ho abbandonato gli studi di teologia in giovane età. Facezie a parte, gli Ill -> Heaven parlano della loro musica come di un prog rock alternativo, ed in più di un passaggio la formula a metà tra i Placebo e gli ultimi The Cure, conditi con una spruzzata di Radiohead , lascia lo spazio a sperimentazioni di altro genere, dall'ambient di "Paradigm" o di "Tumàn" al jazz wave di "Please do not hesitate to do so", oppure alla violenza quasi punk di "Total disorder" condendo il tutto con un brit rock tout court suonato molto bene ma un po' penalizzato dalla registrazione priva di mordente e con una lacuna decisamente importante: la voce.
Simone, il cantante e il titolare del progetto, ha sicuramente una buona capacità di scrivere canzoni ("Shy", "Wild Leaves", la finale "On Saturdays", davvero molto bella) ma alla sua voce manca il corpo adatto per incidere, é timida e viaggia sul filo della stonatura, con una pronuncia un po' troppo elementare per essere credibile in inglese. Sono certo che se facesse un passo indietro e la band trovasse un cantante adatto al genere, potrebbe diventare una buona realtà, poiché gli arrangiamenti e la tecnica individuale degli strumentisti è invidiabile. Li attendiamo alla prossima prova, lasciando il giudizio di questa in sospeso.
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La recensione Tight-knit di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-06 00:00:00
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