Un ep di ska-all'italiana-con-pretese-demenziale-ma-non-troppo: con ben poco da salvare
Risparmiamo i riff dei fiati: non troppo intonati, ma se non altro efficaci, abbastanza originali. Per il resto questo ep, che si inserisce fuori tempo massimo nella scia dello ska-all'italiana-con-pretese-demenziale-ma-non-troppo (roba che i Vallanzaska, a confronto, sembrano gli Skatalites), ha poco da salvare: non il sound che, complice una registrazione che eufemisticamente definiremmo casereccia, riesce ad apparire tanto piatto quanto abbondantemente ingarbugliato; non i testi, che anche quando riescono a chiarire il bersaglio ("Anarchia") cascano poi nella retorica più ordinaria ("la mia libidine è vedere queste merde/che si cibano dei nostri soldi da troppo tempo/finire finalmente dietro le sbarre/con buona pace per la loro anima"); non i pezzi in sè e per sè, che si perdono tra brutture assortite (il ritornello di "Se'n'dy", gli assoli fuori tempo, il sintetizzatore alla fine di "Sugarcandy mountains"), mini-citazioni pretestuose di Led Zeppelin e Pink Floyd, e soprattutto cambi di tempo e di genere - in ogni brano almeno due o tre - non solo velleitari ma anche (diciamo così) rivedibili dal punto di vista tecnico. Spiace dirlo, ma per i bergamaschi Sugarcandy Mountains non c'è solo da lavorare sulla composizione e sulla padronanza dello strumento di alcuni loro musicisti: qualcosa va cambiato radicalmente, meglio prima piuttosto che poi.
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La recensione Out Da Shit (demo) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-13 00:00:00
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