Standby! Con l'EP d'esordio i Pigmento aspettano (e si fanno aspettare) sulla "Griglia" di partenza.
“The grid line”, primo EP del duo padovano Pigmento, propone sonorità folk tesaurizzate dalla solita vocina indie rock. Tentando di portare novità con l'offerta di un nuovo folk, non fanno tuttavia passi avanti ma, anzi, perdono sempre più bonus e la svolta è un lontano punto all'orizzonte. Il loro backgroud, le loro influenze poi, sono immediatamente riconoscibili. Su tutti Damien Rice, terzo immaginario componente della band: c'è sempre, ma sa come non farsi riconoscere, sovrastato da una voce che copre il tutto, che non va a tempo, che stona. Due i momenti buoni del disco. È con l’intro “Ciliegio” che i Pigmento colpiscono, facendo riaffiorare alla mente le melodie dei primi Kings of Convenience. Guarda caso, la voce non c’è. E il medesimo piacere d’ascolto lo provoca anche “Zenzero”. Due nomi evocativi, un fiore e una spezia rispettivamente simboli di diversissimi luoghi del mondo. Proprio in questi luoghi, le note dei Pigmento conducono l'immaginazione dell'ascoltatore. Ma tutto il resto non funziona. Scadono nel solito folk, le sonorità non si rinnovano, ad un primo ascolto si rischia anche di confondere i brani, causa linee melodiche poco originali. Dovrebbero spingersi oltre: apportare elementi più freschi ad una formula ormai rodata, come per esempio variare il cantato e ricercare nuove atmosfere. Certo, alcuni "sintomi" lasciano presagire miglioramenti ,ma è bene avere le idee chiare, almeno alla partenza. Che abbiamo effettivamente qualcosa da dire? Parola chiave: aspettare.
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La recensione The Grid Line di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-05 00:00:00
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