Testi ironici e dissacranti, musicalità allegre e vivaci nel lavoro di Marco di Noia. Buon esordio.
Chiudevo una precedente recensione con un’analisi di fondo: essere cantautore significa imparare il mestiere del cantautore che si costruisce coltivando una propria originalità. Sempre ammesso che ci sia sostanza, ovvio. Così, a chi gli domanda che cosa fa nella vita, Marco di Noia risponde deciso il cantautore, e quando gli chiedono che tipo di musica suona nel suo disco risponde il rock ‘n’ folk metropolitano.
Il suo marchio di fabbrica consiste nell’interpretazione dissacrante, parossistica delle cose e "Rema" ne è il primissimo esempio. Testo ironico e simpatico su motivetto allegro e pimpante, diverte attingendo metaforicamente alla vicenda della nave Concordia per incitare a non fermarsi mai di fronte alle brutture e ai perigli. E’ un pop-folk alla maniera dei Modena city ramblers, un po’ Gang, un po’ Nomadi ma meno politicizzato. Il successivo "Valzer del Cappellaio Matto" muove i personaggi di Carrol sulla scena dell’odierno show-business, ma l’intento risulta azzardato e le straordinarie figure del romanzo si perdono attraverso lo specchio. Una visione sarcastica della crisi economica, politica, esistenziale che stiamo vivendo la troviamo in "Crisi superstar" e in "Sulle strade d’inverno". Il primo pezzo è musicalmente interessante, sviluppando un inizio soffice di voce e piano, che cresce in un tormentone dance dall’effetto finale accattivante, con un suono melodico di archi a ripetizione; la seconda traccia è indubbiamente più soft e intimista, una lirica di piano e voce che si fa riposo e riparo dalle odierne perturbazioni. "Fotosintesi clorofilliana e meditazione zen" enuncia la devota spiritualità orientale dell’artista, ma le parole si incollano su un suono ripetitivo e ormai noto dell’album. La canzone di chiusura, tradizionale ballata, è un piccolo miracolo di musica e parole.
Se cantautori si nasce, Marco di Noia ha sicuramente del talento lirico e compositivo. Rischia solo di risultare un po’ prevedibile nell’esecuzione e ripetitivo all’ascolto. Tuttavia le fondamenta su cui costruire e perfezionare la struttura ci sono, basta renderle solide e poi lavorare di tecnica e fantasia.
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La recensione Marco di Noia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-19 00:00:00
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