La rivoluzione in casa non si può fare, ma la buona musica sì, per quella bastano pochi metri quadri e qualcosa da raccontare.
“Solo l'osservatore, travolto dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire al più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti” (Giovanni Verga)
Non sono una gran sostenitrice delle visioni regionalistiche dell'arte, ma certe volte i paragoni localistici vengono da sé, e questa è una di quelle volte. Può darsi che sia “colpa” della presenza del conterraneo Lorenzo Urciullo AKA Colapesce ovvero il profeta del “restiamo in casa che la marmellata mi sembra l'arma migliore di guerra”, o forse è davvero per via di qualcosa nell'aria se in questo disco si avverte così tanto quel carattere che ci insegnano appartenere alle stirpi siciliane, fatto di nobile rassegnazione, lucido pessimismo e sguardo compassionevole rivolto agli sconfitti dalla storia. Che oggi sono vinti da spread, affitto e recessione, ma non combattono, stanno nei loro monolocali, consapevoli che nessuna rivoluzione scoppierà da un angolo cottura, e che non resta (non ci resta) altro da fare che osservare e raccontare, magari provando a non diventare troppo cinici, a credere ancora in quello che di bello ci rimane e (forse) ci salverà: l'amore, l'onestà, la bellezza.
La bellezza di una musica semplice, di un folk che si arricchisce di rock senza mai alzare troppo i toni, sospeso fra inquietudine e serenità, fra vecchi (“Il miglior sorriso della mia faccia” è una cover di Paolo Conte) e nuovi cantautori, una musica che sembra fatta per essere suonata e ascoltata in salotto, a luci basse, con pochi amici, qualche bicchiere di vino e i pensieri che scivolano fra “le cose che di solito non si realizzano” e i “ricordi che amiamo nascondere”. Scriveva un altro osservatore siciliano, Leonardo Sciascia: “Sai cos'è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì, e stiamo sognando”. Di fare la rivoluzione in un monolocale.
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La recensione La rivoluzione nel monolocale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-22 00:00:00
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