Makay
Equilibri instabili 2011 - Pop rock

Equilibri instabili

Pop all'italiana non dei più scontati ma ancora lontano dal lasciare il segno

Da quando ho iniziato a scrivere per Rockit, di pop scadente ne ho sentito tanto. Perché quelli che poi finiscono su Radio Italia possono piacere o meno, ma chi ci arriva è, quasi sempre, il top della gamma, anche se ti sembrano la copia della copia di altre copie, se gli arrangiamenti sono poco creativi, o se la voce non è così originale. Sappiate, invece, che esiste tutto un universo del pop decisamente più bassoun popolo di senza nome scartati anche da chi gestisce un pianobar, che non sanno stare davanti a un microfono, a malapena si preoccupano di andare a tempo, e che ovviamente non hanno un briciolo di talento.

I Makay sono ben sopra questa giungla ma non possono ancora permettersi l'olimpo del pop di classifica. Un po' è colpa loro: non c'è una vera canzone che ti lascia a bocca aperta, e lo so che il più delle volte è come cercare acqua nel deserto e che anche gli autori più bravi ne scrivono poche in una vita intera, ma se dopo 5 anni di gavetta non sono ancora riusciti a scrivere nulla che veramente segni a fuoco chi li sta ascoltando, vuol dire che qualche intoppo c'è. Per tutto il resto penso sia un problema di budget: perché le canzoni non sono né brutte né banali, ma gli strumenti sono pochi e sempre gli stessi (chitarra acustica e piano), l'elettronica usata in "Tutto Scorre" è cheap al limite del ridicolo. Manca un produttore bravo che sappia tagliare le sbrodolature di piano, sappia equilibrare gli slanci vocali a là Giorgia e le parti più morbide e intime come se davvero fosse un'onda del mare che nasce violenta ma finisce accarezzando la sabbia; qui sembra che Silvia Puddu - tra l'altro un'ottima voce - debba offrire il suo campionario di sfumature sempre, per intero e ad ogni volta nella medesima maniera. Mancano i dettagli, manca una visione d'insieme accattivante, manca un po' tutto. Manca anche un grafico che possa inventarsi una copertina migliore di questa. E rispolverare Franco Simone - chi lo ama, lo segue - ovviamente non basta.

E' un buon progetto, con del potenziale, ma ci vuole del lavoro in più.

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