A dispetto della miriade di gruppi che invadono quotidianamente la scena punk/reggae/ska/rocksteady/etc., l’esordio degli Après La Classe porta finalmente una ventata di aria fresca nel panorama nazionale. E pensare che più di un lustro fa, come testimonia ampiamente l’archivio di Rockit, recensivo i primi vagiti del sestetto pugliese, allora ancora acerbo e alle prime armi, ma oggi capace di confezionare un disco frizzante e coinvolgente come pochi se ne sentono nel genere.
Artefici di una patchanka nostrana in ‘salsa salentina’ (l’intro “Parentesi in musica” è pasta del miglior Manu Chao, oltre che esemplare biglietto da visita), i sei sanno essere a loro modo originali senza sembra né derivativi e né, tantomeno, scolastici. Persino quando si tratta di rileggere la nota “Ricominciamo” in una versione a metà fra lo ska e il rocksteady, che non scade mai nel banale. In “Ci 6 solo tu” dimostrano cosa avrebbero potuto fare i Mau Mau se in “Safari beach” avessero dosato l’intervento dell’elettronica, mentre nella successiva “Paris” li troviamo sulle orme dei compianti Mazapegul. Che dire poi di “Vien avec moi”, stortissima polka imbastardita con l’elettronica, se non che potrebbe essere uno dei tanti hit-single da ballare in ogni discoteca che si rispetti? Altrettanto bravi quando si confrontano con la tradizione (“Lu rusciu te lu mare” è raggamuffin sopraffino, mentre “Lu sule, lu mare, lu jentu” è folk uploadato al 2002), come lo sono anche nel momento in cui scrivono ballate dubbanti (“Poesia”) o semplici canzoni dal taglio reggae-rock (“Terra”), sempre e comunque sulla scia dei migliori Africa Unite.
Ancora, “Kalinifta” è crossover tra tradizione e modernità, mentre la chiusura di “Senza rumori di città” è forse l’unico passo falso del disco, perché caratterizzata da un’atmosfera che ai più diffidenti potrebbe sembrare ruffiana e che in un album del genere non occorre proprio. Tuttavia sorvoliamo, ché i ragazzi meritano una promozione a pieni voti e l’incitamento a continuare su questa strada.
Li aspettiamo al varco del live, speranzosi che sapranno farci divertire almeno allo stesso modo, se non di più, di quanto avvenuto durante l’ascolto (ripetuto!) del cd.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-10-18 00:00:00
COMMENTI (2)
Après La Classe:uno di quei gruppi che dal vivo sono 30 volte meglio che su cd oppure,come credo,su cd fanno cagare 30 volte più che dal vivo.Perchè?boh.
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