“Diversamente, come?” dei Nadàr Solo comincia con passo svelto e sbarazzino. “Non conto gli anni” è una sequenza di rimpianti e tormenti messi in scena all’interno di un arrangiamento vagamente post punk: melodie sottocutanee e tensioni pronte a esplodere per un singolo dieci e lode. La voce di Matteo De Simone, poi, è un’iradiddio di volume e personalità. È lui che innalza il livello generale delle canzoni. Senza questi ritornelli con i polmoni lanciati in orbita, infatti, troveremmo molto meno interessante “Tra le piume”, in sé un rock’n’roll onesto e nulla più.
Altrove la voglia di normalizzare lo stato delle cose prende il sopravvento e tutto acquista un feeling radiofonico un po’ forzato, che si tratti della rocciosa “L’abbandono” o della lieve “Perso”, episodi gradevoli ma che, alla lunga, risultano poco ispirati. Dal mazzo, infine, emerge come un totem “Il vento”, drammatico crescendo con Il Teatro Degli Orrori al gran completo. Assieme alla già citata “Non conto gli anni” e allo spleen Coldplay di “La ballata del giorno dopo”, è il momento migliore di un album ben fatto anche se con qualche passaggio interlocutorio.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.