È sempre il solito discorso di stare, qui o meno, a sentirsi provincia dell'impero. Per un tot di artisti che valigia in mano adesso già saluta dall'altro lato della rete, c'è chi ancora tiene i piedi al caldo della patria. Planet Soap, in questo senso, rappresenta. E sia chiaro che Fededsm e Spectrum di carte da giocare ne tirano fuori da ogni tasca, che potresti senza dubbio mettere giù una quota facile per vederli già domani al servizio della prima label pesa in pole position. Rimane più che altro una questione di mirare al proprio tempo con i filtri giusti.
Secondo EP in pochi mesi, stavolta alla corte di Safe Sexx, e basta checkare il suono, anche una volta sola, per capire che di fronte c'è, come avresti ipotizzato, dinamite. Quattro tracce che sudano beat grossi, scuola post-Dilla e la giusta dose di ignoranza. È trap, per come la sentirebbero gli americani o un qualsiasi brufoloso e giovane britannico al soldo LuckyMe. Hip-hop rallentato e looponi che volano col pitch storto, tutto ibridato Planet Soap, ovvio, che se non l'avete capito ancora significa consapevolezza e fotta a mille. "My Homies" è una mannaia, sembra Baauer con ancora più cartucce e terrorismo da sparare, mentre "Sunday (let's get drunk and go)" è Rustie che gioca a tirare giù il bancone a furia di liquid molesta e questi synth che crescono e crescono fino a tagliarti le gambe. "DatFeeling" è invece la mia preferita, aggiunge questi vocals super-black a tutta la faccenda, un tormento di cuore sporco e degno di finire dentro il mix di qualche pezzo grosso della scena.
Insomma l'avrete capito, è suono contemporaneo, mille nomi, faccende e lampadine da tenere accesi come post-it, ma prima di tutto Planet Soap. Gente che dalla Brianza guarda all'altra parte dell'oceano e, per una volta, non si fa le pippe. Orgoglio.
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