Un esordio importante per una giovanissima band da tenere d'occhio
Il biglietto da visita è importante, in certi casi importantissimo e quando sei giovane e a disposizione hai uno striminzito ep e un budget non proprio stellare lasciare il segno è cosa riservata a pochissime band. Una di queste sono senza dubbio i veronesi The Shape che, con solo quattro brani (se escludiamo l’intro), mi convincono sin dal primo ascolto. La materia sonora è condensata alla perfezione, senza lasciare niente al caso, per quanto sia difficile in così pochi minuti esprimere un intero vissuto sonoro: i ragazzi ci riescono senza indugio, scivolando tra virate stoner, intuizioni blues (chitarre slide taglienti e spigolose), un cantato tenebroso e e un buon tiro. Giorgio Canali ha dato loro anche una mano nella produzione, cosa non da poco per un progetto appena nato.
Lo stoner più radicale e viscerale detona nell’iniziale “Hush” che si lascia andare a suggestioni blues, “Neal Cassady” è robusta, granitica e oscura, “Ride” aggiunge un pizzico d’ipnosi al tutto, ma il gioiello è la splendida ballad folk-acustica di “My moon” un po’ Led Zeppelin III, un po’ figlia di certa new wave dolciastra e sofferta. In buona sostanza: sono giovanissimi, all’estero avrebbero qualche carta da giocare. Nel “bel” paese sarebbe giusto che trovassero il prima possibile il loro spazio. Molto semplicemente, è gente che suona e lo fa molto bene.
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La recensione The Shape EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-04 00:00:00
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