2 a.m. Parallel Worlds 2012 - Alternativo, Shoegaze, Pop rock

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Alla ricerca del britpop, tra frammenti di ricordi e reminiscenze.

Due del mattino, l'orario dei ricordi, delle esperienze passate, delle reminiscenze adolescenziali. E' una metafora perfetta per descrivere le sensazioni evocate da “Parallel Worlds”, sospeso, quasi fosse cristallizzato a vent'anni fa, tra modernità e sonorità britpop di altre epoche, altri lidi, altre atmosfere. Gli anni delle letture dei primi NME, delle copertine patinate di uomini in giacche di pelle e Clarks ai piedi, di sfide tra classicismo e sperimentazione, Blur ed Oasis, la rinascita illusoria della cultura britannica new labour, Glastonbury, il “chissà se un giorno in Italia si potrà vedere una cosa del genere”, Trainspotting. L'eroina, le cazzate, la vita trascorsa nell'innocenza.

Anni oramai passati, come fogli di una rivista ingiallita, da riascoltare in “Untold words”, discorsi inafferrabili, provenienti da epoche prive del cinismo contemporaneo, quando sognare era ancora una prerogativa, non un vizio peggiore del tabagismo. Sei tracce come un piacevole viaggio nel tempo, che dura fino al capolinea di “The magic can't work” ed i suoi echi alla Stone Roses, aperture che possono aprire un cuore, schiudere bagagli di vita, desideri di viaggi mai realizzati, di quelli che fanno sorridere, una volta diventato grande.
La magia che ti colse, rompendo l'imene della meraviglia. Lasciando un immagine nella testa: quella di uno sguardo incantato, di fronte ad un mondo che si stava per schiudere, dinanzi. Parallelo, come in ogni speranza malcelata di un vero sognatore.

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La recensione Parallel Worlds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-06 00:00:00

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