Giusto per non smentirsi, l’Italia della musica ‘underground’ continua a partorire gruppi ska in continuazione, al punto da farci pensare che fra qualche anno al famoso proverbio ‘sole, pizza e mandolino’ - che caratterizza da anni la nostra immagine all’estero - occorrerà aggiungere anche il genere musicale in questione.
L’ultimo genito della nutrita prole, o comunque uno degli ultimi in ordine cronologico, si fa chiamare Violent Tomatoes e, dopo solo 3 anni dalla nascita, pubblica il primo lp. Sul personale curriculum i Nostri possono vantare concerti di supporto a Shandon, Punkreas, Verdena, Ga.ra.dro. e Linea 77, sicché supponiamo che sul palco sappiano cavarsela in un modo o nell’altro.
Su cd, invece, i risultati sono quantomeno discreti, senza però (ahinoi…) far gridare al miracolo. I quattro svolgono il loro bel compitino, mostrando magari qualche debolezza in fase compositiva per la monotonia degli arrangiamenti e, soprattutto, per la retorica che inzuppa le liriche.
Quando invece si liberano dagli schemi (“Reggae trip” ad esempio) e cercano il guizzo, fanno un pochino meglio, ma tanto non basta per evitargli l’oblio e, semmai arriverà, la (vana) gloria. Un prodotto solo per appassionati e fedelissimi del genere, ammesso che gli stessi non abbiano già fatto incetta di produzioni simili - e la cosa, in tutta sincerità, mi sembra molto probabile.
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