Hard rock ben suonato ma senza una direzione precisa. Tanto sudore per nulla.
Benvenuti alla fiera del già sentito, ma non siate prevenuti: i The Defiance non suonano nuovi e tanto meno originali ma almeno hanno il buon gusto di muoversi all'interno di sonorità hard rock e di farlo con tiro. Hanno una spiccata vena eccentrica ma senza scadere nel glam più pacchiano. Suonano bene e hanno la capacità di proporre uno spettro di sfumature più che ampio, evitando il solito precipizio di monotonia dove ritrovi tutte quelle band con la lontana speranza che giubbotto di pelle e bandana tornino di moda. 10 tracce dall’andamento schizofrenico con tanti, direi troppi, rimandi che vanno dai Guns n’ Roses e Motley Crue ai System of a down e Alter Bridge, passando anche da Muse e Nickelback. Ma se da un lato eclettismo e versatilità permettono all’album di suonare scorrevole, dall’altro penalizzano un cantato non sempre all’altezza e soprattutto rendono difficile un ricordo unico da associare a questa band sarda. Rimane in testa qualche bel riff, e i tanti finali fin troppo esasperanti. Tirando le somme: una band che qualche lode se la meriterebbe pure, ma rischia di inciampare da sola nella sua confusione stilistica. Urge un produttore capace di far ordine.
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La recensione From the ink of our skin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-05 00:00:00
COMMENTI (2)
Spettacolo ragazzi =) slight chatterat the same.... È strabella =)
i defiance tra l'altro gia esistono, sono un gruppo punk storico.