Dopo la scorpacciata di prodotti dal valore decisamente mediocre, crediamo che ogni tanto sia necessario sbilanciarsi, soprattutto quando si hanno di fronte cd come quello che vado a recensire. Si tratta in realtà di un ep distribuito agli addetti ai lavori per allertare sull’uscita di un disco, “Honeymoons in the desert”, che potrebbe rivelarsi fra le cose migliori del 2002 se verranno mantenute le aspettative.
Quattro pezzi in tutto per presentare la ricetta dei Bogartz, ensemble licenziato dalla italianissima Moo records che si diletta, però, in sonorità che non fatichiamo a definire ‘esterofile’. Ascoltando l'opera, il primo nome che viene alla mente è quello dei compianti Morphine, un riferimento tutt’altro che nascosto nei solchi del cd, soprattutto ascoltando la rilettura acustica di “Kimberly” - altrove irreperibile secondo quanto riportato dalle note del cd - che qui svela palesemente uno dei numi tutelari dei Nostri.
Ascoltando la successiva “You doo right”, cover estratta dal primo album dei Can, si potrebbe invece pensare ai Thin White Rope e alle acide jam tipiche della formazione capitanata da Guy Kuiser. Invece, la title-track posta in apertura, e qui nella versione promo, rappresenta l’ipotetico punto d’incontro tra le due band sopracitate, tanto da non lasciare alcun dubbio sull’incastro virtuale. “Do you no harm”, infine, è una sfuriata elettrica che forse risente meno delle due principali influenze, ma in compenso pesca a piene mani dal serbatoio rock degli ultimi 30 anni.
Non occorre aggiungere molto altro, se non che rimaniamo in attesa di un album che sulla lunga distanza sappia spiazzarci ancora di più. Sentiamo un forte bisogno.
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