Marjéna
Tutte le direzioni 2002 - Rock, Etnico, Alternativo

Tutte le direzioni

Intriganti Marjéna. Perché (mi sia concesso esultare) non sono riassunti dalla banale etichetta in stile megastore, di quelle che creano un vortice sterile di generi musicali: sono note vive che risuonano nell’aria, sono un sogno che scorre nel buio. Questo è il pensiero nell’ascoltare i mille volti del loro album di debutto, progetto finanziato in quanto vincitori di un concorso musicale per giovani musicisti. “Tutte le direzioni”: quale meta migliore per chi, con uno sguardo, miri ad abbracciare l’intero panorama musicale?! I cinque definiscono questo mix ‘open minded rock’, una chiave di lettura per trasformarsi in moderni cantastorie, per parlare di sogni e di realtà metropolitane con intensa poesia. Ecco allora batteria e percussioni ricreare atmosfere etnicheggianti nella strumentale “San Lorenzo” per poi incalzare nella frenesia del rock più graffiante di “Palmiro”; le chitarre cullare i sospiri della malinconica “Ophelia” (unica traccia in inglese) e subito dopo fare beffardamente il verso a “Il pazzo” della sesta traccia.

A riunire questo caleidoscopio di melodie e sensazioni, la voce di Rob, camaleontica e schizoide quanto basta per improvvisarsi parodia di una cantante lirica, attrice di primo piano in questi tableau emozionali. Sono canzoni come “Milano” e “Memo” a riassumere l’intera immagine dei Marjéna: melodie semplici, senza sbavature di esibizionismo, si combinano in arrangiamenti originali e s’inseguono alla ricerca di nuovi scenari sempre diversi, dipinti con raffinatezza da una invidiabile voce. Tutta una magia custodita da una band continuamente in evoluzione, e che pone l’unico proprio limite nel non avere confini.

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