Poche parole, tante mazzate. Davvero un bell'album
Avranno anche carni poco pregiate, i Bufali, ma di certo sanno come utilizzare una chitarra. A chi non ne è convinto consiglio di tuffarsi a capofitto in questa cascata di feedback e distorsioni che è “Be Be Bleah!”, ultimo lavoro dei casertani Bufalo Kill. Trentaquattro minuti di blues rock poche-parole-e-tanta-passione che condensano storie, emozioni, stralci di vissuto quotidiano e non, in atmosfere iper psichedeliche. Come se Muddy Waters avesse scoperto l'LSD e gli fosse piaciuto così tanto da celebrare il tutto in un album.
Dalla prima traccia, "Pedal Pumping", si intende l'andazzo dell'intero lavoro. Liriche ridotte al minimo essenziale (e forse anche meno), in una filastrocca sostenuta da riff ipnotici e mazzate di cassa, rullante e crash, come se non vi fosse un domani. Diversa l'intenzione, ma stessa qualità, in "Fang", quarto brano dell'album: atmosfere molto più dilatate con un continuo caldo ed acquoso refrain, come se si stesse ascoltando "Can't you hear me knocking" degli Stones, pompata da un diffusore subacqueo. Degna di nota è anche la title track, summa del sound della band, in perfetto equilibrio tra i due estremi ("Blues Hotel" e "Timber", rispettivamente “hard” e “soft”). Perfetta la chiusura con "Bufalo Kill" (il cui titolo rappresenta anche le liriche, per intero, del brano). Chitarra in un overdrive super saturo che si accosta al caratteristico suono di uno scacciapensieri siciliano che, a sua volta, si sostiene sul ritmo di un'armonica. Tutto questo sulla cassa, rullante e crash di cui sopra. Squisito.
In definitiva, "Be Be Bleah!" è un album perfetto sia da ascoltare in cuffia che durante un ritorno a casa estivo in macchina, ovviamente al tramonto e con una necessaria paglia spenta in bocca. Provare per credere.
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La recensione Be Be Bleah! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-08-02 00:00:00
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