Poco meno di un quarto d'ora per un esordio frizzante e ben costruito. Hard-core secondo la scuola degli At The Drive-In.
Non ho idea dell’età media dei Muruhuay e provando a sbirciare nelle note biografiche non è dato saperlo. Scrivono solo che la band è composta da 5 ragazzi divisi tra Milano e il Perù (Lima nello specifico) e che questo è il loro primo lavoro. E, per trattarsi di un esordio, devo ammettere che lascia ben sperare per il futuro.
Non so dirvi se sia la particolare alchimia generata dalla diversa provenienza dai componenti a rendere questi 6 brani così frizzanti, ma è indubbio che siamo di fronte a qualcosa di buono. A cominciare dal tiro notevole che caratterizza questo quarto d’ora scarso di musica, con la band sempre lì a spingere sull’acceleratore. Corrono anche il rischio di andare fuori giri, ma si sente che hanno studiato e conoscendo bene i fondamentali non si fanno prendere dalla foga di dover forzare su ogni singola nota. Insomma, sanno già come mantenersi in equilibrio, evitando di dilungarsi nel minutaggio delle singole tracce.
La cosa migliore gli riesce probabilmente con l’accoppiata “Brandon Lee, best snuff movie star ever” / “Portrait”: neanche 5’ in tutto di furia hard-core nella migliore tradizione degli At The Drive-In. E azzeccano tutto: i riff, la ritmica e persino il mixaggio della voce. A seguire un’altra buon accoppiata (“Objects in the mirror are closer than” / “Leaf”), giusto un gradino più in basso rispetto alla precedente. Peccato invece per la chiusura di “Guide me Lord of Muruhuay”, sorta di cazzeggio col vocoder messa lì per allungare il brodo ma che non suscita alcun sentimento d’ilarità - essendo questo l’obiettivo della band.
Ciò comunque non inficia il giudizio complessivo, trattandosi di una mezza dozzina di brani che meritano la nostra attenzione, anche se la nostra curiosità sarebbe di sentire come possano cavarsela con testi in lingua madre (vedi le belle sorprese de Il Buio e Osaka Fire Dragster). Non ci pare però il caso di forzare gli eventi; per ora rimaniamo sulla sufficienza e speriamo di poterci sbilanciare dopo averli visti in azione dal vivo.
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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-01 00:00:00
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