Un buon debutto fondato su un tragico concept, filtrato attraverso i synth e il post rock.
Il synth wave dei romani Electric Sarajevo prende spunto, concettualmente parlando, dalla guerra dei balcani, che negli anni 90 decretò la fine della Jugoslavia. Di primo acchito, il cantato mi ha riportato ai toni grevi e gelidi di Johan Edlund dei Tiamat, che a tratti sfiora il neo folk, su tappeti che attingono dallo sconfinato bacino post rock, vibrato su basi di elettronica che, quando funziona meno, fa tornare alla mente cose più commerciali alla Muse.
Canzoni come "Teresa Groissman" hanno un senso del tragico non indifferente, simili ad opere classiche traspose su un fluire di tastiere dai colori 80s, che fanno da padrone in "A reveletion". Il lato oscuro, fortemente mitteleuropeo domina l'incedere di "Lost, Impero" mentre i crescendo à la Mogwai orchestrano la title track, per finire con ritmiche più sincopate, figlie dei Postal Service nella conclusiva "If you only knew".
Dicono di sé: "Sarajevo in Madrigals non è soltanto una città ma è l’allegoria delle nostre vite. Vite in cui la guerra e la morte si respirano in forme insospettabili e inaspettate. Vite in cui l’elmetto è la solidarietà e il rifugio antibomba è l’amore." In questa ottica, il lavoro è ben riuscito, organico ed emozionante quanto basta. Lavorando un po' di più sulle voci e sull'elettronica, lasciandosi alle spalle i riferimenti troppo datati (propri dell'elettronica fine 90), potranno sicuramente darci delle soddifazioni. In ogni caso, un buon debutto e una band da tenere d'occhio.
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La recensione Madrigals di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-23 00:00:00
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