Giro e rigiro intorno ad una parola, otto lettere che non dovrebbero trovare spazio nel mio scrivere ma che continuano a picchiettare alla porta…vogliono entrare…eccole: maschile.
La musica che giunge è maschile, nel senso più arcaico del termine, quello che rimanda ad un archetipo logoro che mantiene il suo valore solo nell’essere primo esemplare.
Lungi dal volere con ciò annettere lode o biasimo, la forzatura è motivata solo dal fatto che la fotografia che il mio pensiero ha scattato è stata quella di una lotta, il combattimento spasmodico di un esercito affiatato e senza gerarchie. Lo schieramento è compatto: una batteria violenta e costante, un basso che affronta il confronto con intenzione e una chitarra indomita e ansante che spregia la resa, pronti per scendere in campo e sconfiggere un nemico che non si palesa.
All’affanno segue un sospiro lontano dall’essere di sollievo, la voce di Fabio Viscardi sembra non volersi adattare alla melodia e, il suo essere intenzionalmente spigolosa e aspra, satura l’aria di un senso d’inquietudine e tormento.
Non c’è inutile aggressività e non ci sono decorazioni artificiose, c’è un rock incontaminato, di cui è ben chiara l’abbandonata matrice punk, spesso molto ombroso e, per quanto sembri strano, lucente. La luce che soffonde è originata da una qualità che ormai (sarò retorica?…corro il rischio!) sembra esistere solo nei fiabeschi mondi notturni e che invece può nobilitare anche la musica: l’onestà.
La prima informazione che mi è arrivata è stata che il cd in questione non possedesse una gran qualità di registrazione, un “cd fatto in casa” pare, e credo sia giusto evidenziare che, essendo suonato molto bene, le sbavature non hanno ottenuto il primo piano; l’inquadratura ha indugiato solo su un suono rosso&nero, pieno, energico e dolorante.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-10 00:00:00
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