Gli Shoggoth, nel mondo immaginario dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, erano dei mostri terrificanti in grado di assumere qualsiasi forma.
Il collegamento tra la band e questo particolare personaggio però sembra fermarsi al nome, o forse alla figura mostruosa che questi va ad evocare. Un gruppo di ragazzi che ha preso alla lettera gli insegnamenti di anni di Sepultura, Machine Head e Pantera, restando fedeli al loro messaggio per portarlo in giro tale e quale senza pensarci troppo su. Un urlato un po' troppo sforzato e una batteria che sembra esistere solo per il fatto di avere un doppio pedale mai domo si susseguono uniformemente per dieci brani, tant'è che a volte vien da chiedersi quando finisce una canzone e quando ne comincia un'altra.
Tecnicamente ci sanno fare, l'ascolto è sicuramente piacevole, gli arrangiamenti sono studiati a dovere e dal vivo devono essere davvero devastanti. Stiamo insomma parlando di un trash metal ben curato, ma il peccato di originalità è troppo grande per passare in secondo piano.
L'impressione è che gli Shoggoth abbiano delle grandi potenzialità, ma che non abbiano ancora trovato il coraggio per portare all'interno della loro musica qualcosa che li distingua dalla massa.
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