A volte capita di ritrovarsi sdraiati su un letto ad ascoltare un disco con gli occhi socchiusi e improvvisamente scoprire che la musica si è trasformata in una pellicola che, da sola, decide di proiettarsi su quel soffitto bianco.
Forse per questo, ascoltare di nuovo "Kriminale" e "Bocca chiusa" è come riscoprire un vecchio VHS che credevo di aver ormai sovrainciso. Non è affatto facile raccontarvelo, dovrei regalarvi una copia di quel filmato, ma sarebbe fin troppo noioso. Altri tempi, altre situazioni, altre urgenze. Se riuscissi a scrollarmi di dosso tutte le immagini appese a quei due dischi, forse riuscirei ad ammettere che, riascoltandoli ad oltre dieci anni di distanza, il peso del tempo sia fin troppo evidente.
Fine anni '80. Hard core melodico e decadente.
Suoni grezzi e rabbiosi. Testi intensi, intransigenti, nervosi ma ricchi di poesia. Atteggiamento insofferente, scostante e forse un po' ingenuo. Composizioni scomposte e intrise di rabbia. Tutto questo erano i Ritmo Tribale; ragazzi che, forse senza saperlo, stavano gettando le basi per diventare un punto di riferimento fondamentale per tanti gruppi che ancora oggi devono molto a quel modo espressivo.
Una capacità talmente personale di stare 'nel genere' da lasciare un segno evidente nelle sorti di certa parte della musica italiana, pur senza mai raggiungere il successo di pubblico che, forse più di altri, avrebbero meritato.
E proprio alla luce dello scarso bacino di utenza, occorre dare atto alla Universal di aver realizzato un prodotto importante, che sembra più un regalo agli appassionati che una vera operazione discografica. Due album datati 1988 e 1989. Gli anni si sentono, difficile attualizzare le sonorità, ma non sembra fosse questo l'intento visto che il suono vinilico dei due dischi non è stato alterato, semmai solo ripulito ed equalizzato (ma devo ammettere che il mio vero ricordo è legato al fruscio di due cassette da 46 consumate da un mangianastri d'altri tempi).
Una band che si dimostrerà una delle poche a saper affrontare a viso aperto l'ondata del grunge di Seattle inserendolo in una dimensione fortemente personale, capace di prendere una conformazione quasi cantautorale. Seppur ricoperte dall'impeto giovanile, le doti compositive dei Ritmo Tribale trasudano talento e poesia, tanto nelle liriche che, pur con qualche cedimento, spesso raggiungono vette di assoluta bellezza, quanto nelle intense strutture di chitarra e basso, costantemente immerse nella distorsione e in una sessione ritmica scostante e nervosa.
"Kriminale", pubblicato nel 1989, sicuramente risente di una maggiore approssimazione in fase compositiva, con brani suonati in maniera convulsa e violenta, ma proprio questa sua carica primordiale lo rende incalzante e coinvolgente, compresa l'elettroacustica "Julian", brano a cui sono legato per motivi personali che a voi poco interessano.
Il 1988 è invece l'anno di pubblicazione di "Bocca Chiusa", disco con scelte stilistiche più mature, in cui la rabbia hard core sfuma verso una forma canzone più raffinata, con giochi a due voci e fraseggi strumentali di maggiore spessore. Anche qui mi piace scrivere il titolo di un brano: "Circondato", se vi va ascoltatela.
Due dischi forse difficili da consigliare oggi a chi non li conosce, ma è certo che l'ascolto di "Kriminale" e "Bocca chiusa" potrebbe essere un'attività assai interessante per "capire" meglio quello che è successo, fermo restando che per tutti quelli come me, che hanno ancora quelle inascoltabili cassette da 46' sperdute in chissà quale contenitore, è forse arrivato il momento di riscoprire qualcosa di importante...
---
La recensione Kriminale / Bocca chiusa (box 2cd) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-12 00:00:00
COMMENTI