De Gregori, Battisti, Gaetano, Bennato, Dalla, Giuliano Clerico prende la tecnica e la semplicità delle melodie dai grandi maestri del passato e le mischia a sonorità più moderne, attraverso l’uso del synth, riuscendo a costruire brani di notevole fattura.
Il suo è un pop ricercato e mai banale, che riesce a giocare con sonorità blues e folk rock dandogli una forte impronta personale. Gli strumenti, le ritmiche, la struttura dei testi, sono dieci brani tutti diversi: è vietato annoiarsi durante l’ascolto del disco. Ha un’impostazione d’altri tempi che dona a brani come “Concubina” e “La strada” un’aria familiare e rassicurante, ed è un piacere ascoltarle. Un sound personale pieno di poetica e storia di vita vissuta. Un barbone che viaggia sui treni della falsa positività lasciandosi cullare dalla bellezza della mediocrità della vita. Un raccontastorie ironico e dissacrante. “La diva del cinemino”, terzo album autoprodotto, è un disco leggero, spensierato ma maturo. Ottimo lavoro.
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