Si potrebbero scrivere molte cose sugli Old 7 Years. Ad esempio che da fine anni ’90 in poi di formazioni post-grunge/alternative metal come loro ne abbiamo sentite anche troppe. Oppure si potrebbe discutere sulla loro poca fantasia nello scegliere i nomi delle canzoni. Però alla fin fine non si può negare che, pur rimanendo entro i confini del genere di riferimento, il trio di Marghera sappia il fatto suo. In “Broken Mirror” troviamo cliché e tamarraggine a volontà per un sound che ancora funzionerebbe nelle radio americane. Chitarre infarcite di influenze hard-rock, atmosfere southern, melodie tutto sommato accattivanti. Canzoni come “Losing You” e “Nothing” hanno un buon tiro, vanno dritte al punto, agevolate in questo dalla voce sporca e potente del cantante. Anche l’esperimento con la lingua italiana in “Velocità” non è del tutto da bocciare e forse potrebbe rappresentare proprio il futuro del combo veneto. Voglia di novità? Guardate altrove. Solamente gli appassionati di queste sonorità sapranno trovare negli Old 7 Years un’alternativa nostrana ai soliti ascolti.
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