Tanto girare intorno a un’idea, a un modo speciale di porsi e raccontare, minimale, surreale, essenziale nella brevità dei titoli e dei testi. Come piccole filastrocche che incrociano diversi stili, i brani di questo album si muovono simili ai cavalli colorati di una giostra, allegri e magici nella folla di bambini chiassosi oppure malinconici dopo il tramonto di un giorno di festa. “Il Disprezzo” parte con suggestioni progressive, cambi e scivolamenti psichedelici che ritroviamo pure in “Bruco” e “Ti Farò Soffrire”, unite dal comune featuring di Teho Teardo, mentre “Mascella” è una ballata morbida che mi fa pensare tanto ai Non Voglio Che Clara, col mutamento di ritmo, il cantato arioso e la chiusura affidata ai fiati, e altrettanto morbida e impalpabile è “Alga”, bella scintillante tra i riflessi di luce di un rullare incalzante.
Dopo le curiose liriche di “Blues” composte da infiniti piccoli e grandi elettrodomestici “senza personalità”, arriva “Capra Astrale” assieme a Marco Parente ed è una chiusura di dolcezza ammiccante: al suo secondo disco, prodotto con Daniele Rotella (The Rust and The Fury), il progetto di Emiliano Angelelli perde le parentesi e guadagna collaborazioni, ed è un buon disco che gira intorno a un modo speciale di porsi, minimale, dai tratti astratti, come un cavallo colorato, e un po’ anche astrale.
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