Otto tracce possono sembrare poche, ma quella di Paletti è una scelta di estrema sincerità: nessun riempitivo, nessuna ripetizione. In questo disco non c'è nulla di superfluo, in perfetta continuazione con il messaggio lanciato dalla copertina
Il cambiamento può arrivare in tanti modi. Può arrivare a valanga o silenzioso. Può essere dirompente o sottotraccia. Quello che conta, del cambiamento, è il risultato. Lasciare qualcosa in una forma differente da come lo si è trovato. Paletti non è un rivoluzionario, per niente. Ma il suo cambiamento lo porta avanti con rigore, senza deroghe.
Un percorso iniziato ufficialmente dodici mesi fa con un EP da applausi e continuato con una serie di live che hanno fatto capire quanto Pietro Paletti sia legato all'immaginario di Lucio Battisti, ma quanto ne sia allo stesso tempo lontano.
Oggetto di questo cambiamento è l'approccio al pop italiano, fin da subito materia principale del lavoro di Paletti. E qui arriva la novità importante: Paletti non ha il background del cantautore solo nella sua stanzetta, con tutto quel portato di introspezione e piccole sfighe che hanno delineato il genere in questi anni. Paletti è uno che ha suonato con i Record's in lungo e in largo, introiettando nel tempo un approccio e un carattere da band. E questa cosa si sente e si vede chiaramente sul palco, ma si percepisce nettamente anche in "Ergo Sum" e nella sua estrema varietà.
Certo, unendo i puntini di queste otto tracce, a comparire è ancora una chioma folta e riccioluta e una voce acuta, ma non si può più parlare di eccessiva vicinanza. Le otto tracce di "Ergo sum" si impongono come tante declinazioni della stessa idea di pop, ma sono lontanissime una dall'altra. Tra i tratti quasi etno del primo pezzo e gli accendini accesi de "I ricordi" c'è di tutto. E quel "di tutto" è il tiro reggae di "Portami via", il pop leggerissimo di "Senza volersi bene", il languore di "Angelina" e la super-battistiana (again) "Le foglie". Menzione speciale, poi, alla partenza bomba data dalle prime tre canzoni.
Otto tracce possono sembrare poche, ma quella di Paletti è una scelta di estrema sincerità: nessun riempitivo, nessuna ripetizione. Non c'è nulla di superfluo, in perfetta continuazione con il messaggio lanciato dalla copertina. L'obiettivo di "Ergo Sum", chiaro ma non dichiarato, è attaccare frontalmente il pop italiano. In nome del cambiamento, ovvio.
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La recensione Ergo Sum di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-18 00:00:00
COMMENTI (3)
battisti proprio nn lo ricorda per nientee.. invece a me piace.. anche se odio la musica di protesta
ricorda troppo battisti.
troppo!
discone!